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sabato 25 luglio 2020

Les braves gens




Ecco un altro mostro sacro della canzone francese: Georges Bassens. 
Un uomo dall'animo costantemente acceso (come la sua pipa!). Un cantautore che ha saputo stroncare il perbenismo e l'ipocrisia a colpi di chitarra e di parole infuocate.
Musica e poesia si mescolano nelle sue canzoni in modo irriverente e volutamente provocatorio.
Nato a Sète, nell'ex regione del Languedoc-Roussillon - oggi Occitania, sede del famoso cimitero, con  vista spettacolare sul Mediterraneo, (un luogo particolarmente caro anche a Paul Valéry). 

La canzone di oggi "La mauvaise réputation" - La cattiva reputazione-, ci scaglia davanti la realtà e la  mentalità di un village sans prétentions, (un paesino senza aspettative), che, non riuscendo a cogliere la ricchezza di una personalità particolarmente creativa, finisce inevitabilmente per giudicarla: "Je passe pour un je ne sais quoi"- passo per un non so che cosa-. 
La gente comune finisce spesso per puntare il dito e denigrare ciò che teme potrebbe sovvertire un ordine di idee prestabilito che offre l'illusione del controllo.
Brassens, come tanti di noi, non capisce certi meccanismi e in questa canzone si difende:
"Je ne fais pourtant de tort à personne en suivant mon chemin de petit bonhomme"; eppure non faccio torto a nessuno seguendo il mio cammino di povero diavolo...
Pas besoin d'être Jérémi’pour deviner le sort qui m'est promis : s'ils trouvent une corde à leur goût, ils me la passeront au cou.
Je ne fais pourtant de tort à personne, en suivant les chemins qui ne mènent pas à Rome, mais les braves gens n'aiment pas que l'on suive une autre route qu'eux
"- Non c'è bisogno di essere il profeta Geremia per indovinare quella che sarà la mia sorte: troveranno un giorno una corda e me la metteranno intorno al collo. Eppure non faccio torto a nessuno seguendo le strade che non portano a Roma, ma alle brave persone non piace che si segua una strada diversa dalla loro.

Ho scelto questa canzone perché la tematica è molto affine al mio vissuto. Sono nata in un paesino di montagna di pochissime anime e non mi sono mai sentita parte integrante di quei luoghi e di quella mentalità. Costantemente irrequieta e curiosa volevo "saltare" oltre quel perimetro definito. Fin da piccola sognavo di andar via alla ricerca di "altro" e ho trasformato la mia vita in una specie di viaggio itinerante tra Italia e Francia, sperando di incontrare persone stimolanti e completamente diverse dalle "braves gens" descritte da Brassens. 
Ho scoperto in molti personaggi insoliti ed estrosi molta più trasparenza, purezza e semplicità rispetto a quella fieramente ostentata dalla gente comune che spesso, per citare Baudelaire, "ha un segreto da nascondere".
Buon ascolto!


8 commenti:

  1. Ciao, spesso ascolto i grandi miti della canzone francese ma non conoscendo la lingua ho qualche difficoltà ad apprezzarli pienamente anche perché, spesso, le traduzioni non sono fedeli ai testi originali.
    Cari saluti fulvio

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  2. Ciao Fulvio! Effettivamente tradurre le canzoni d'autore non è mai semplice, a volte molte finezze sfumano con la traduzione. Io ogni tanto mi avventuro, ma la resa mi risulta sempre insoddisfacente. Un caro saluto. A presto

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  3. La libertà dai segreti... Potrebbe essere un indice della condizione di’ serenità e dunque di felicità effettiva, non effimera!

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  4. La libertà dai segreti è sicuramente un buon inizio, getta le basi verso il raggiungimento di un certo stato di serenità. Quanto alla felicità effettiva... alzo le mani!!!!😁

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  5. Brassens ha ispirato anche molti autori italiani, come De André. Quando una persona tende ad uscire "dal recinto" c'è sempre qualche ostacolo per la sua emancipazione e la libertà personale. E' come andare contro corrente, si fa più fatica ma i risultati sono importanti.

    Passa una bella estate
    Un salutone e alla prossima

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  6. Sì è vero. Si dice che De André non volle mai conoscerlo per non "rovinare" l'idea che aveva del suo mito. Pare che Brassens avesse un pessimo carattere. Concordo con te Accadebis, gli ostacoli sono sempre tanti e, ad un certo punto, subentra anche la stanchezza. Certo è che se si è fatti per vivere senza recinti difficilmente si riesce a fare diversamente. Buona estate anche a te

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  7. Abbiamo un vissuto simile. Sentivo una certa affinità sin dal primo post…
    “eppure non faccio torto a nessuno seguendo il mio cammino di povero diavolo”.
    Comunque, in poco tempo stai diventando la mia guida verso la cultura francese. Chissà che non mi venga voglia di tornare a studiare questa lingua (le poche nozioni che avevo si son perse per strada anni fa).

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  8. Mi fa molto molto piacere leggere questo commento perché anch'io avevo avuto la sensazione di un "comune sentire" visitando il tuo blog. Quanto alla "guida" ti ringrazio ma è un appellativo davvero immeritato. Non dedico al blog molto tempo, di conseguenza i contenuti sono ridotti e molto semplificati. Ti auguro una buona estate e grazie per la visita 😉

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